Dorenda

Blog
30 gennaio 2021

Dorenda

Dorenda è una giovane donna di 36anni molto energica. Nel 2006, a seguito di una diagnosi di cancro tiroideo, è stata sottoposta ad un intervento chirurgico presso il Centro Medico Accademico (AMC) di Amsterdam. A quel tempo era solo una studentessa ed ora è una volontaria al FC Twente, una squadra di calcio olandese. Oltre al suo impegno nel volontariato è anche un'educatrice di pazienti e tiene conferenze al personale medico.

Com'è stato il primo periodo dopo l'intervento?

Mentalmente, è stato un momento davvero difficile. La cannula mi faceva sentire 'compromessa' ed ero preoccupata della reazione delle persone. Subito dopo l'intervento sentivo ancora dolore e non ero in grado di parlare, il che è stato molto frustrante. Guardandomi indietro, ora che è passato un po' di tempo, credo che infine tutto ciò mi abbia portato anche cose positive: respiro meglio e respiro più ossigeno, ho più energia e la mia voce è decisamente migliorata.

Qual è stata la tua più grande sfida postoperatoria?

Sono una persona molto 'semplice' così ho deciso di prendere la cosa come un'avventura e vedere cosa sarebbe successo. Inoltre, possiedo anche un buon senso dell'umorismo ed autoironia. Ho deciso di essere la prima persona a commentare la mia situazione ed affrontarla con una buona dose di umorismo. Tuttavia, ho vissuto anche dei momenti difficili in cui mi sentivo davvero sola e vulnerabile a causa della mia condizione. L'accettazione mentale di ciò che era successo è stata la vera sfida. Tutto sommato, è stato come salire sulle montagne russe, con alti e bassi.

Che consiglio daresti a qualcuno che ha appena subito questa operazione?

Potresti essere scioccato da ciò che ti è successo, e va bene. Ma cerca di concentrarti e realizzare che le cose belle arriveranno comunque. Sarai in grado di respirare meglio, avere più energia e riuscirai ad ottenere di più dalla tua vita. Voglio essere un buon esempio: non potevo fare di più ma sono diventata molto più energica dopo il mio recupero - riesco a salire le scale senza avere fiato corto e riesco ad andare in bicicletta.

Cosa consiglieresti a chi dovesse esitare ad utilizzare un HME?

Io purtroppo posso essere allo stesso tempo l'esempio migliore e peggiore per queste persone. Mi sono rifiutata di utilizzare un HME per un lungo periodo dopo l'intervento. Pensavo che fosse troppo visibile e non riuscivo a credere che utilizzarlo mi avrebbe fatto stare poi così bene.

Ma durante la pandemia COVID, il mio medico è riuscito a convincermi a proteggermi meglio utilizzando un HME. Dopodichè, ho sperimentato direttamente su me stessa la differenza. Quando non uso il mio HME tossisco di più e l'aria asciutta che respiro irrita i miei polmoni. Questo mi ha convinto che respirare con un HME ha davvero un buon effetto e li consiglierei molto tranquillamente a chi è riluttante a provarli, in modo che anche loro possano sperimentare i benefici su se stessi.

In che modo Atos Medical ti ha supportata?

Mi sono sentita molto supportata da Atos Medical. Quando sei un paziente per così tanto tempo generalmente si impara a gestire autonomamente l'approvvigionamento dei prodotti. Tuttavia, ogni tanto, può verificarsi qualche intoppo o può capitare qualche dimenticanza. Il contatto regolare nel post operatiorio con il personale di Atos Medical, il loro interesse genuino ed il supporto nella mia situazione è fondamentale per me.

Come descriveresti la tua vita adesso?

Tutto sommato sono felice di aver subito questo intervento perché mi ha cambiato vita. In quel momento, ero ancora una studentessa. Ho finito la mia formazione ma non ero stata dichiarata adatta a lavorare. Questo però non mi ha impedito di intraprendere del volontariato al FC Twente che per me è un lavoro molto gratificante ed aiutare i miei genitori nel loro tattoo-shop. Riesco ad essere me stessa e non mi sento limitata nel raggiungere ciò che voglio nella vita.

Condividi

Salva nei miei preferiti